domenica 16 agosto 2009

8 - The Path in Southern Higashiyama

Se in quel momento fosse passato un corvo e se quel corvo fosse stato in verità l'incarnazione della divinità dei corvi e fosse quindi dotata di intelletto e sopratutto di senso dell'umorismo avrebbe visto uno straniero arrampicarsi sul fianco della "Collina dell'eterno Oblio" (© Gabriel Voyager) grondante di sudore con un'espressione particolarmente ebete stampata sul viso, persino più ebete del solito!
Allora questa divinità corvo si sarebbe appollaiata su un'alto ramo per farsi due risate e passare così la giornata a veder vagare come un inebetito tontolone questo straniero che scuoteva il capo di fronte ai nomi dei siti in kanji e tentava in tutti i modi di capire dov'era e sopratutto "ma perchè!"



Si dal caso che questo straniero stamane si fosse alzato particolarmente combattivo poichè non si spiegava come mai, dopo aver piegato alle proprie brame turistiche posti sperduti del Giappone di appena qualche riga risicata sulle corpose guide, non riusciva ad apprezzare la città che sulla carta era LA metà turistica in Giappone.
Decide allora questo straniero di affidarsi alla guida che le suggerisce un percorso lungo tutto il Southern Higashiyama beccando posti da tripla stella come Kiyomizu-dera.

Tutto è pronto, guida (che ahimè si rivela ben misera, fosse per me la Lonely fallirebbe, impiega più pagine a descrivere dove comprare il miglior maledetto bicchierino di sakè in terracotta che a descrivere i siti turistici...) macchina foto ecc...
Lo straniero si presenta fiero alla fermata del bus e bum in sequenza due mazzate, la prima è il nome delle fermate tutte in kanji, manco un romanji a pagarlo oro colato e bum la seconda si becca un sarariman (salary man secondo una crasi tipica giapponese, "vagamente" dispregiativa che descrive i lavoratori a salario, gli impiegati per intenderci) che sbraita all'autista qualcosa del tipo: "OHHH guido, se non muovi 'sta carretta vengo li e ti mischio le falangi degli alluci!".
L'atto di palese, manifesta, inequivocabile maleducazione crea un certo shock nello straniero che in tre anni non ha mai assistito in Giappone a scene del genere (a casa sua invece, normale normalità) e così fra i suoi pensieri, occupati finora dal panico di non aver preso il bus giusto, si sostituisce la considerazione che Kyoto gli ha sottratto un'altro pezzettino del Giappone che amava... sigh...


Il resto della giornata il corvo lo passa ad osservar divertito lo spirito battagliero dello straniero disintegrarsi di fronte ad un muro di incomprensione (manco i nomi dei siti in romanji, non dico tanto, ma almeno i stracavolo di nomi dei siti!!!!) e per dargli il colpo di grazia decide di scatenargli addosso il suo esercito di demoni peggiori: i Tremendi Vecchietti di Kyoto!
I TVK sono una schiera dannata espulsa dall'inferno più nero per infestare i poveri stranieri che osano deambular nella sacra Kyoto, spingono, urtano, passano davanti nelle code e ne combinano di tutti i colori pur di infastidire all'eccesso il povero straniero.

A questo punto il corvo si sta sganasciando dalle risate, non ne può più, tra un pò soffoca e decide allora di far prendere un attimo di pausa al povero straniero, così lo spedisce nel Labirinto del Turista Fesso.
Il LTF è una lungua e tortuosa stradina dove ci sono tante casettine tipiche della Kyoto medivale, ma è solo una facciata, in verità sono tremende trappole divora soldi per i poveri stranieri! I ristorantini tutti bellini e tipici invero servono pizza, i negozietti vendono Katane di plastica made in china e magliette che manco il capo tamarro di curva Scirea si oserebbe indossare.
Ovviamente lo straniero non può che percorrerla tutta poichè appena tenta di orientarsi con i nomi dei templi che li appaiono ai lati non riesce a confrontarli con i nomi dei templi della guida per la semplice legge dell'incompatibilità dei caratteri che qui a Kyoto sembrano non aver compreso molto bene (oppure hanno compreso benissimo e se ne fottono).



Per fortuna che forze angeliche giungono di tanto in tanto a salvar il povero straniero perso nei meandri infernali dell'LTF, una ragazza che gli indica la via, una barista che gli offre un'oasi di pace e serenità, un gelato e un'ambiente veramente carino, ma sono appunto oasi in mezzo all'LTF che per fortuna ha fine.

Ovviamente sarebbe dovuto sbucare in una via e invece sbuca in un'altra, ovviamente qui le vie non hanno nomi, ovviamente beccare qualcuno che sappia dov'è la metro non è cosa, l'ultimo scherzo del corvo che ancora sghigniazzante decide di mollar la presa per andare a cenare.
Così al povero straniero non resta che affidarsi all'unico faro di conoscenza presente in questa città, decide di sfoderare IL nome, pronunciare le fatidiche parole di salvezza e redenzione: "Kyoto Station"!
Viene così catapultato in un bus, oramai è troppo stanco per pensare che forse lo sta portando ad Okinawa e si affida totalmente al potere delle Parole Salvifiche.
E le Parole lo salvano davvero, si ritrova i fronte al Cancello d'Argento, il cancello il cui varcar con apposita card lo conduce alla sua casina, alla sua Shinbaiashi di Osaka.
Qui si nutre di qualcosa che sa di pollo con anacardi e riso bianco e una specie di insalata di cose bianche, non sa esattamente dove si sia seduto, ne cosa stia mangiando (gli piaceva tanto la "figu" sul menù), ma il cibo è buono, anzi buonissimo, la musica è deliziosa (si fa dare il nome della cantante) e termina infine la serata in un bar con un caffè Illy e musica Trip Hop nelle orecchie.

Oramai l'influsso del corvo era svanito, domani dovrebbe esser una giornata splendida, perciò vado ad Himeji!

Good Night to all and leave the crow alone! ;-D

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