Arrivo abbastanza presto a Kyoto (parlerò domani e a lungo di cosa penso di Kyoto) e mi rinfresco la memoria su che linea dovessi prendere per recarmi al Fushimi-Inari, la Nara Line, seconda fermata, si perchè il santuario shintoista si trova fuori Kyoto, vivaddio.
Arrivo alla fermata di Inari e inizio la scalata, al millenario santuario Shintoista di Fushimi-Inari è un lungo percorso che si dipana attraverso una collina circondata da un sentiero a forma di anello lungo 4km interamente ricoperto da migliaia e migliaia Torii rossi.
Ci sono momenti, anzi spesso si è soli nel percorso dei 4km ad anello su per la collina, la scala è irta, a volte si è spaventati in mezzo alla foresta selvaggia, lungo il corridoio scarlatto, dove si sentono solo i rumori della natura ed il battere del proprio cuore.
Poi si giunge alla vetta e la discesa è un'illuminazione, si passa attraverso la vegetazione pura, incontaminata, si è soli con i propri pensieri e quello che ci insegna il percorso, quello che ci porta l'esperienza dell'ascesi e del ritorno.
Si intervallano stazioni di posta dove vengono offerti ai pellegrini un banco dove sedersi e dell'acqua per rinfrescarsi, ma si è tutti silenziosi, stanchi, rapiti e lontano risuona il canto del sutra e le preghiere dei questuanti.
Si ritorna alla stazione di posta ai piedi dell'anello in qualche modo arricchiti, fieri della scalata e della ridiscesa e forti di quello che l'esperienza ci ha insegnato, per quanto criptica è un qualcosa di potente che ti tocca e ti rimane e sai già che ti mancherà respirarne, assorbirne l'ancestrale forza.
Goodnight Red Foxes
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